Giornate di esperimenti

Tra gli ultimi acquisti francesi online, Lumachino ha fatto incetta di alcuni titoli dedicati al bio, perfetti per sperimentare e assaggiare ingredienti che generalmente non sono solita usare quando pasticcio in cucina.
Siete pronti? Si comincia con la purea di mandorle bianche.
Non dite subito “E questa robba ora dove la trovo”, è facilissima da fare anche in casa, basta che disponiate di un robot da cucina. Per realizzarla ho seguito le indicazioni di Pascale Weeks autrice del blog C’est moi qui l’ai fait, pensavo di combinare un bordello e invece … 🙂 ci sono riuscitaaaa!!
In questa ricetta la purea diventa sostituta del burro, nel più classico dei dolci da prima colazione, il plumcake 😀

3 uova
1 vasetto di yogurt bianco
2 cucchiai di purea di mandorle bianche
1 vasetto di zucchero di canna integrale
2 vasetti di farina di farro integrale
2 cucchiaini da caffè di lievito in polvere
1 mela golden

Riscaldate il forno a 180°C. In una ciotola cominciate a sbattere le uova, quindi procedete aggiungendo nell’ordine lo yogurt, la purea di mandorle, lo zucchero e la farina con il lievito, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versate l’impasto nello stampo imburrato e infarinato. Sbucciate la mela, tagliatela a fette sottili e disponetele sopra l’impasto. Fate cuocere per almeno 30 minuti (verificate con la prova dello stecchino la cottura interna de dolce).
Fate raffreddare prima di servire, magari spolverandolo con un po’ di zucchero a velo
(dal libro Gâteau au Yaourt: variations Bio di Céline Mennetrier)

T come …

Un anno di vacanza “asburgica” sempra essere questo 🙂
Dopo Vienna, Lumachino se ne è andata a passeggiare tra le strade di una città, Trieste, sospesa tra ciò che fu per la storia e ciò che continua ad essere ancora. La città dei poeti e degli scrittori (Saba, Joyce, Svevo solo per ricordarne alcuni) dei caffé che riportano indietro di un secolo tra i fasti dell’impero asburgico, delle persone che sanno interpretare lo stare in mezzo a culture, religioni, lingue e mari…
Sedersi ad un tavolino del Caffé degli Specchi, alzare lo sguardo e ammirare la vastità del pensieri che il mare fa veleggariare lontano accanto a tutte quelle barche che attendono il vento propizio per affrontare il destino.
“Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra.”
(Claudio Magris da L’infinito viaggiare)

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Cronache bibliopazze in tempo di orgoglio professionale

È successo ieri pomeriggio:
rimettevo a posto i libri sugli scaffali, lo sguardo probabilmente nero perché mi ero appena accorta di aver sbagliato a scrivere un numero nell’istanza di partecipazione al concorso per la scuola (chissà … un messaggio segreto dal mio subconscio?) e dovevo capire come poter rimediare.
Si avvicina un utente, penso che abbia bisogno di aiuto e invece….mi mette sotto gli occhi il suo telefonino con la scritta “Ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità” e mi dice “Se lo dice Einstein” e se ne torna al tavolo sorridendo…
Ora ditemi voi come posso non amare il mio lavoro, come non essere orgogliosa e fiera degli utenti che abitano quello luogo strepitoso che è la mia biblioteca?! In una settimana come questa poi, segnata dalla Giornata del BiblioPride!
Se non sapete cosa di cosa stia parlando seguite il link, troverete tutte le iniziative in programma in questa settimana dedicata all’orgoglio bibliotecario, per riflettere e far sentire il vostro appoggio a favore di quei luoghi aperti, gratuiti, alla portata di tutti che sono le biblioteche, “piazze del sapere” che aspettano solo di essere scoperte e valorizzate.
“Le biblioteche che sono svanite o a cui non è mai stato concesso di esistere sono molte di più di quelle che visitiamo, e formano gli anelli di una catena circolare che ci accusa e ci condanna tutti. (A. Manguel) “

Donna da crostata

L’ho scritto una mattina su Twitter, mentre sfogliavo le riviste di cucina che seguo, alla ricerca della torta di compleanno più adatta a me!
Non ho dubbi, io sono una “donna da crostata”. Per me è catartico sabbiare la farina e sperimentare nuove frolle mescolando secondo gli abbinamenti che la fantasia mi suggerisce! La consistenza friabile che lentamente prende forma, il profumo che il burro e la farina lasciano sulle mani, il riposo in frigorifero, quasi un’attesa per quel dolce tanto semplice ma tanto versatile…

E allora…tà dààà, Happy Birthday donna Lumachino con una super crostata di ricotta con frolla al cacao (tratta dal numero di Ottobre di Sale e pepe)

Ingredienti per la frolla:
100 g di farina di grani antichi (ultimamente uso molto le farine dell’azienda Camporbiano 🙂 hanno un profumo celestiale!!)
50 g di farina di riso
1 uovo
40 g zucchero a velo
1 pizzico di sale
50 g di cioccolato amoro in polvere

1 cucchiaino raso di lievito chimico

Per la crema
300 g di ricotta di bufala
100 ml di panna liquida oppure 1 tazzina da caffé di latte
120 g di nocciole
100 g di zucchero
1 uovo intero + 1 tuorlo

Frullate nel mixer la farina con il burro, il cacao, un pizzico di sale e lo zucchero a velo. Quando vedrete formarsi delle piccole bricole, aggiungete l’uovo e mixate fino a ottenere una palla d’impasto. Avvolgetela nella pellicola alimentare e mettete la frolla a riposare in frigo per lameno 30 minuti.
Trascorso questo tempo, riprendete l’impasto e stendetelo in una sfoglia da uno spessore di 3-4 mm e trasferitela in uno stampo per crostate rettangolare da 20×25 cm (ideale sarebbe avere quello con la base amovibile). Fatela aderire bene ai bordi che avrete precedentemente imburrato, e bucherellatela con la forchetta. Tritate finemente 100 g di nocciole con 50 g di zucchero. Mescolate in una ciotola la ricotta setacciata, la panna (o il latte), le nocciole trinate e gli altri 50 g di zucchero restanti, l’uovo e il tuorlo. Versate questa crema di ricotta nella tortiera e cuocete la tarte nella parte bassa del forno a 150° per circa 40-45 minuti. Lasciatela raffreddare, mettetela in frigo e al momento di servirla, decoratela con del cioccolato sciolto a bagnomaria e le nocciole rimaste