Profumi di fine estate

“Cieco chi guarda il cielo senza comprenderlo:
è un viaggiatore che attraversa il mondo senza vederlo;
è un sordo in mezzo a un concerto”
(Camille Flammarion)
Dalla tranquillità della campagna marchigiana – qua ero in una bella azienda vinicola intenta a festeggiare un matribattesimo 🙂 – mi ritrovo ai fornelli con la voglia di tuffare in pentola più frutta possibile, quasi volessi concedere l’occasione ai miei pensieri di sobbollire insieme a lei, per sprigionare accanto ad aromi e profumi, una nuova carica di energia.
Ecco allora la mia ultima “produzione marmellesca” 🙂 dal libro della maga delle confetture Christine Ferber

800 g di fichi bianchi
400 g di pere williams mature ma sode ( 300 g pulite)
800 g di zucchero di canna
succo di 1 limone
6 anici stellati

Lavate sotto l’acqua corrente i fichi e asciugateli con delicatezza. Tagliate la codina e affettateli sottilmente. Sbucciate le pere e tagliatele a piccoli dadini.
In una casseruola, mescolate i fichi, la dadolata di pere, lo zucchero e il succo del limone.
Coprite con un foglio di carta da forno e lasciate macerare il tutto per un’ora. Trascorso questo tempo, versate in una pentola per marmellate, aggiungete l’anice stellato e portate il composto ad ebollizione. Spegnete, lasciate un attimo raffreddare la composta ottenuta, quindi versatela in una terrina. Copritela con la carta da forno e mettetela a ripostare in un luogo fresco per tutta la notte.
Il giorno successivo riportate a bollore la marmellata. Fate andare a fuoco vivo mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno per 10-15 minuti. Verificate la nappatura (quando vedrete diminuire la schiuma in superficie, sarà pronta). Versate la marmellata nei vasetti sterilizzati, chiudete ermeticamente e rovesciate i barattolini, (in questa maniera si farar far loro il sottovuoto)

Settembre … si riaccendono i fornelli

Sono loro, alcune delle foto dell’estate lumachina 🙂
Un’estate di mare, fatta di luce, di risate, di giornate in compagnia, di emozioni quotidiane. Aveva un po’ di dubbi su dove andare, cercava una barca per spingersi verso l’ignoto, voleva scaldarsi, godendosi il calore dell’attimo estivo…
Ma quando si è seduta sulla sabbia della spiaggia pensando: ” Non c’è altro da vedere” sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.” (José Saramago)

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