Letture “dall’altro mondo “

Copertina dle libro Sganciando la luna dla cielo
Dovete bacchettarmi!! Questo dovrebbe essere il blog di una bibliotecaria (estremamente golosa aggiungo io), ma pur sempre bibliotecaria. E invece di libri non ne parlo davvero quasi mai!
È giunto il momento di rimediare, raccontandovi una delle mie letture “dall’altro mondo” – quello in cui assumo le sembianze di una “posata” public librarian, “aggeggiante” su tanti fronti, entusiasta delle opportunità che le vengono offerte!
Si tratta di un romanzo per ragazzi (non storcete il naso…la letteratura per ragazzi nasconde delle vere perle), una storia itinerante raccontata correndo in sella alle biciclette, in compagnia di soggetti buffi e poco raccomandabili, “sdraiata” ad osservare le stelle, tra i cespugli del parco della città più fantastica del mondo.
Un romanzo avventuroso e pieno di idee non convenzionali, capace di emozionare anche un adulto, dove il Ratto, alias Marie Claire, una bambina consumatrice compulsiva di cappuccino, attrice nata, amante del calcio, con un con un’abilità strepitosa nell’apprendere le lingue, sarà capace di trasportarvi attraverso le emozioni come se si trattasse di una corsa a bordo della giostra del luna park.
La forza di una storia che esalta la gioia di vivere, il valore dei legami familiari ma soprattutto il potere della solidarietà contro le difficoltà della vita. Nessuno è invincibile, nessuno può impedirci di provare impotenza, dolore, smarrimento di fronte agli ostacoli. Tuttavia, se provi a scavare in te stesso puoi scoprire una forza e una determinazione che, non solo ti consente di “ aggredire” la vita a bordo di una BMX, ma soprattutto ti aiuta ad accettare le sconfitte e le fragilità, le delusioni e le debolezze, tue e di chi ami.
Non saremo invincibile ma non possiamo smettere di credere; un giorno potremmo riuscire a salire in cielo per “sganciare” la luna 🙂 … nel frattempo io mi dò una mano assaporando una fetta di questa torta ciokkopucciosissima ihihih 😀

Torta al cioccolato

Tingendo di rosa

“Lumachino fa la bibliotecaria, è un’amante dei dolci da credenza, quelli che profumano di casa mentre cuociono in forno, e la sua vera passione – la passione che tutto travolge …” sarà forse quella di osare accendere il forno quando fuori si boccheggia?? 😀
Datemi il nuovo romanzo della Bertola, Romanzo Rosa, una vaschetta di frutti rossi e una farina profumatissima come quella di Camporbiano e oserò qualsiasi cosa pur di tingere un pomeriggio di rosa 😀
Dolce soffice ai frutti rossi (da La Cucina Italiana, agosto 2011)
Ingredienti:
175 g farina semintegrale
110 g latte
100 g zucchero di canna più un po’
200 g frutti rossi misti
75 g burro più un po’ per la teglia
25 g frumina
8 g lievito in polvere
1 uovo
scorza di limone grattugiata

Montare per 10′ con le fruste il burro ammorbidito con lo zucchero e un po’ di scorza di limone grattugiata. Poi unite il torlo e dopo altri 10′ aggiungete farina, frumina e lievito setacciati, un pizzico di sale e mescolate con il latte. Otterrete un composto soffice e morbido. Montate l’albume con un pizzico di sale e unitelo al composto mescolandolo dal basso verso l’alto. Versate il tutto in uno stampo a cerniera (da 19 cm di diametro) imburrata e spolverata di farina o pangrattato. Distribuite sulla superficie i frutti rossi e spolverizzate con un cucchiaio di zucchero. Infornate a 170 ° per 45′. Infine sfornate e lasciate intiepidire prima di sformare. Completate spolverzzando la superficie con zucchero a velo e servite

Il senso delle biblioteche oggi

“Una biblioteca”, dice Ralph Waldo Emerson, “è un harem”. E se fosse una polveriera?” (Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987)

Oggi provo ad essere “professionale” 🙂 nel salotto di Rino, Babilonia61, conversando con lui e i suoi lettori, sul senso delle biblioteche nell’epoca del web.

 

Cibi di strada

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Non date il Lumachino per dispersa… 🙂 era solo smarrita tra mille colori e sapori, aromi e brusii, di quelli che solo il mondo della strada sa regalarti! Che godimento il cibo di strada e che ricordi trascina con se (la scuola, gli amici, la gita fuori-porta…)  🙂 Con i loro sapori semplici, netti e antichi sono il simbolo della tradizione alimentare di un luogo. Pensateci: se sei del posto ti mettono in contatto fisico con la tua identità; se non fai parte della comunità, raccontano ai tuoi sensi la sua cultura, in maniera schietta ed economica. Insomma un cibo al gusto di monelleria, che trovi dietro l’angolo, con una storia da raccontare, fatta soprattutto di persone, e non solo di tempi, metodi o procedure.

(da Cibi di strada di Stanislao Porzio – lettura davvero accattivante – anche le parole possono essere cucinate in pentola per dar vita ad un cibo davvero succulento!)

P.S: Il mio cibo di strada preferito? In testa il panino con la porchetta di Castelraimondo 😀 Se capitate da quelle parti dovete assolutamente fermarvi ad assaggiarlo 😉

Suggestioni d’infanzia

Per farmeli mangiare i miei genitori le provavano di tutte 🙂 (anche col melone e la crosta dei vincisgrassi la battaglia è stata lunga …); alla fine è bastata un’isalata di Saveurs per lasciarmi sedurre dal loro gusto!
Ingredienti
6 fichi verdi
4 fette di prosciutto crudo
70 gr di parmigiano grattugiato
150 gr di rucola
30 gr di mandorle intere
sale, pepe

Preriscaldate il forno a 180°. In una ciotola mescolate l’aceto di noci (io ho usato un buon aceto balsamico), il sale, il pepe e l’olio; quindi procedete lavando i fichi e tagliandoli in fettine da 3 mm circa di spessore. Deponeteli su un piatto e irrorateli con metà della vinaigrette realizzata e riponeteli al fresco per 15 minuti.
Nel frattempo, infornate le fettine di prosciutto crudo per 4-5 minuti in modo da renderle croccanti e, allo stesso modo, col parmigiano grattugiato, create 4 cialdine, disponendole in una placca da forno e facendole cuocere fino a doratura (5-6 minuti).
Condite la rucola con la vinagraite restante e disponetela nei patti, aggiungete le fettine di fico, il prosciutto, le mandorle tritate e tostate e i pezzetti sbriciolati di cialda di parmigiano!

Vedrete che SLURP!!