Germogli di parole

GermoglioTra i miei incarichi alla San Giorgio, c’è quello di poter scegliere ed acquistare materiali per il settore di arte. Dati i tempi duri e i fondi sempre più limitati, non è che mi possa concedere grandi lussi, ma l’ultima opera di Paolo Pejrone, Cronache da un giardino, non poteva assolutamente mancare.
Per chi non lo conoscesse, Paolo Pejrone è nato a Torino nel 1941. Laureatosi in architettura al Politecnico di Torino, diviene allievo di Russell Page e frequenta lo studio di Roberto Burle Marx a Rio de Janeiro. Dal 1970 lavora in Italia, Francia, Svizzera, Arabia Saudita, Grecia, Inghilterra e Germania come architetto di giardini; collabora per vent’anni con l’Editrice Condé Nast e con numerosi giornali e riviste d’opinione e specialistiche (dal luglio 1999 tiene la rubrica Fiori e giardini su Tuttolibri). È Vice-Presidente per l’Italia della International Dendrology Society (I.D.S.), socio fondatore dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (A.I.A.P.P.), ideatore e fondatore della mostra-mercato “Tre giorni per il giardino” al Castello di Masino e fondatore e presidente dell’Accademia piemontese del giardino.
Quando guardo i suoi lavori, quando leggo le sue cronache di giardiniere e osservo le bellissime foto di corredo al libro, è come se, tra tappeti di fiori, alberi centenari e nature rigogliose, potessi avvertire l’odore di lavanda e rosmarino, la promessa di un’ombra in una giornata assolata o il godimento che nasce dal camminare a piedi nudi in un prato fresco di rugiata. Forse, è proprio in questo equilibrio meditato, tra naturale e artificiale, tra tenacia, diligenza e caparbietà, che si cela il segreto per realizzare un giardino felice! (per il mio, la meta è ancora lontanissima 😦 ma la testardaggine non mi manca … sulla pazienza … mia sorella avrebbe già da ridire 😀 )

La vita dei giardini, quella viva, personale e sincera di quelli cresciuti di stagione in stagione, di simpatia in simpatia, di conoscenza in conoscenza, e soprattutto di amore in amore, è fatta di semplicità : molto spesso, quando i giardini vengono, con troppa facilità , matematicamente analizzati o filosoficamente ragionati, nascondono dei grandi vuoti… quasi che troppe domande ed eccessivi ragionamenti possano sottrarre linfa ai giardini stessi” (da I miei giardini)