Handale companeros

Mercato messicanoA volte vorrei avere la “scorza” del protagonista dei romanzi del grandioso Paco Ignacio Taibo II, Héctor Belascoarán Shayne.
È brutto, orbo e claudicante, insomma… un uomo sfortunato e deluso dalla vita, ma ancora pronto a combattere e a vedere il mondo. Talmente fuori dagli schemi da decidere di dividere l’ufficio con un idraulico, un tappezziere e un ingegnere che si occupa di fogne. La sua pellaccia e le sue peripezie hanno la freschezza di un’agua de melon, il colore di un mercato di frutta di Cuernavaca, il ritmo di un baile latinoamericano, la rabbia morale di chi è sconfitto ma che non si arrende, sapientemente impastate in quella realtà messicana, precaria, povera e corrotta, ma allo stesso tempo ricca di semplicità, umorismo e voglia di vivere.
Che aggingere allora se non: Handale, companeros. Il Messico vi aspetta… 😀

“Io non sono di qui.
Non appartengo a questa terra dove sono nato; e nella vita si impara, impara chi vuole imparare, che nessuno appartiene alla terra dov’e’ nato, dove l’hanno messo al mondo. Che nessuno e’ di nessun posto.
Alcuni cercano di mantenere l’illusione e si costruiscono nostalgie, sensi di possesso, inni e bandiere. Tutti apparteniamo ai luoghi dove non siamo stati prima.
Se esiste nostalgia, e’ per le cose che non abbiamo mai visto, per le donne con cui non abbiamo mai dormito, e per gli amici che non abbiamo avuto, per i libri non letti, per i cibi nella pentola ancora non assaggiati.
Questa e’ la vera e unica nostalgia.”

(Paco Ignacio Taibo II, da Ombre nell’ombra)